Riepilogo dell’incontro con Edoardo De Angelis e Pina Turco

di Marianna L. Di Lucia

Lo stesso Edoardo De Angelis nel suo libro autobiografico “Il vizio della speranza” racconta della folgorazione avuta dinanzi alle opere di Bill Viola, autore affermato nel campo della video-arte, viste ad una mostra alla reggia di Caserta: «c’erano tanti artisti contemporanei meravigliosi ma in particolare i film di Bill Viola mi folgorarono, mi lasciarono esterrefatto. In quelle immagini con i movimenti così rallentati che rasentavano l’immobilità […] vidi tutto quello che non mi stava bene in quel momento del mondo e di me stesso e che qualcuno era riuscito a trasformare in qualcosa di bello come un rito liberatorio.» (PAG 43) 

E, in effetti, l’aspetto rituale e quello catartico saranno una costante dell’arte di Viola che sembra risalire a galla in quasi tutte le opere di De Angelis. 

A proposito della video-arte afferma Bill Viola che «l’essere umano contempla la dimensione duplice del temporale e dell’eterno». E ciò che fa Viola con le icone sacre della tradizione è proprio animarle, metterle in movimento per narrativizzare, laicizzare e inserire nella dimensione temporale ciò che, in precedenza, era stato sacralizzato mediante la fissità in un quadro solido, stabile ed eterno. Un esempio lampante è The Greeting in cui riprende la rappresentazione della Visitazione del Pontormo dando una rilettura personale e stratificata a quel preciso momento biblico. Le due donne, attraverso un rallentamento dei 45 secondi originari che diventano ben 10 minuti, concretizzano e mettono in scena l’essenza profonda e completamente umana di un gesto uguale a tutte le latitudini e in qualsiasi circostanza, sacra o laica che sia, ossia un abbraccio. La passionalità e l’affetto di quel gesto prendono forma nelle vesti calde -color rosso fuoco- delle due donne, a cui fanno da contraltare gli abiti virginali e azzurro candido delle due protagoniste, gemelle siamesi, di “Indivisibili”. Anche Dasy e Viola rappresentano una laicizzazione della figura mariana: madonne corporee e carnali, fatte di sogni ma anche di istinti e passioni. Le due giovani incarnano l’umanità e la forza terrena che si cela dietro il volto sacro che la comunità ha attribuito loro: madonne pagane inviate in processione e celate dietro un protettivo velo di un azzurro che si rivelerà caldo, come in altre circostanze nei film di De Angelis; un azzurro che ammanta la prepotenza dei corpi in sboccio delle due giovani. 

Questa fusione tra un rosso che acquista tonalità fredde e di morte e un azzurro che si carica di una dimensione affettiva, di calore profondo, si verifica ripetutamente nella video-arte di Viola. In Fire Woman una silhouette femminile si staglia contro un muro infuocato e una potente deflagrazione preannuncia il suo precipitare in acqua. Acqua e fuoco a questo punto si confondono e si mescolano e si verifica uno scambio tra i due elementi: il rosso del fuoco rende la tonalità azzurra dell’acqua sempre più calda e carica di promesse e speranze. Come accade a Maria, protagonista di “Il vizio della speranza” e altra figura di Madonna laica, che è costantemente protetta e riscaldata dalla sua felpa feticcio color azzurro-mariano, lo stesso colore delle acque del fiume che costantemente segue il suo cammino e l’accompagna sino alla potente liberazione dinanzi al mare aperto e gravido di speranze. 

L’azzurro dell’acqua è, in effetti, uno degli elementi chiave del cinema di De Angelis, che ritorna con prepotenza anche all’interno delle opere di Bill Viola. Basti pensare a The reflecting pool teorizzata intorno al concetto originario di battesimo, simbolo di purificazione e iniziazione. Il bordo della piscina è inteso, in questa rappresentazione, come soglia da superare, l’acqua in essa contenuta come specchio da infrangere, fluido purificatore e medium riflettente. Lo stesso ruolo sembra avere l’acqua in molti dei film di De Angelis, tra cui anche “Mozzarella Stories” in cui è proprio la superficie azzurrina di una piscina ad aprire il sipario sulla scena, soglia di ingresso alla storia lussuriosa e specchio che riflette l’animo della società che vi si affolla intorno. Ma anche acqua come fluido caldo e protettivo in cui tuffarsi per ri-iniziare e purificarsi, come strumento catartico per eccellenza che favorisce il riemergere in superficie, l’ascesa verso l’alto dopo il ribaltamento delle proprie prospettive e l’inizio di un percorso di crescita come quello che vede protagoniste le due gemelle di Indivisibili e che sembra ricalcare in modo del tutto personale l’Ascension di Viola.  

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