Diversa è la mutazione chirurgica operata nel film di Almodovar, La pelle che abito, dove la pelle-pellicola diventerà gabbia impenetrabile.
“Non è il momento” di Enzo Colursi, in arte Luk, (il video è di da Alessandro Freschi, Frè, con protagonista Clotilde Citino) è un brano di potenza cosmica, sembra il residuo di un’esplosione universale. Un brandello di anima, ancora rosa di carne, al quale si resta attaccati come al movimento della rotazione terrestre.
Affiora un microcosmo di abissi interiori e malcelati dolori per l’urto con un macrocosmo di menzogne convenzionali.
Le parole nel testo/(tessuto di contusioni e ferite) sono in un equilibrio precario, come i corpi nella deposizione del Pontormo (che studiava i cadaveri e la loro pelle).
Ma la dichiarazione d’odio, nel suo crescendo, acquista le vibrazioni sonore di un amore disperato, diffuso come i capillari del sangue e incontrollabile come un’irritazione cutanea.
Questa canzone riesce a toccare punti nervosi che non sapevo soggetti alla commozione.