
di Sara Stifano
Buio, è tutto buio. Liquido fluisce intorno a me.
Un fascio di luce, diventa sempre più grande
particelle di essenza ed esistenza che si innamorano l’una dell’altra e si abbracciano: ogni cosa è illuminata.
Sarò direttore d’orchestra in un bosco silenzioso,
sono direttore di un’ orchestra che non esiste più,
sono stata bacchetta spezzata a metà che ha nascosto due violini.
Sarò mano che stringe un ordigno gentile su un quaderno stropicciato,
sono forbice al posto di mano,
sono stata mano che ha imparato a raccogliere.
Sarò appoggiata a un trolley,
sono su una sedia in cui è impagliata e impigliata la vita,
sono stata su una bilancia che ha segnato peso zero.
Sarò poeta con doppia vista,
sono piantina raccolta nel trionfo della spazzatura,
sono stata Mosca.
Sarò un robot che vorrà amare,
sono un automa incompleto,
sono stata Bibup che ha scelto di andare avanti.
Sarò capace di viaggiare restando,
sono su una bicicletta in un equilibrio dondolante,
sono stata libera sulla linea del fronte.
Sarò macchina da scrivere di Eugenio e finestra di Giacomo,
sono mela mangiata,
sono stata aquilone rotto, ma di cui tu hai tenuto il filo.
Sarò John May per avere dentro il mio nome la possibilità e la primavera,
sono vicino di qualcuno,
sono stata fotografia in un album blu.
Buio, è tutto buio. Non vedo niente, non tocco niente.
Provo a modulare quel fischio che tu conosci, il nostro segno di riconoscimento.
Sono stata con te,
sono con te,
sarò con te.