Non sento niente.

28 aprile

Non sento niente.

Mi camminano sopra. Mi voltano la faccia alla maniera che più gli piace; magari mi ci metto a fare una smorfia di dolore, così per stare al gioco. Ma io, ripeto, non sento niente.

Che il futuro abbia un suono me lo domando ogni mattina alle 7:35, quando suona la sveglia, ma le mie orecchie da uomo non percepiscono niente.

Questo presente è una bestia feroce che morde il ventre.

Solo lontano io so qualcosa c’è.

Io cosa sono?

La vita mi ha fatto poco perspicace, oggetto lontano; lontano c’è un suono.

Passa, ti prego passa veloce.

Se non ti sento tanto vale non viverti.

Ho bisogno di me.

Entro in una chiesa vicino al mercato rionale, quasi per ripararmi dalla pioggia di Roma. Cerco l’inascoltato ma non c’è, non sento. Sono cresciuto; lontano da me.

Le lacrime non hanno suono ma quel dolore io lo capisco.

Mariano Vigilante

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